Terapia e Trattamento della Diplopia

Sintomi e terapie della diplopia

Per diplopia si intende la visione doppia, in senso orizzontale o verticale, di uno stesso oggetto, può riguardare un solo occhio oppure entrambi e può essere transitoria o permanente. La tipologia di trattamento deve essere valutata caso per caso in quanto la sintomatologia della diplopia si modifica sostanzialmente con il passare del tempo fino a (in alcuni casi) a regredire completamente.

Una volta che il quadro clinico si è stabilizzato è utile intervenire al fine di ridurre i disagi per il paziente utilizzando delle lenti prismatiche (o press-on) che rendono possibile un ritorno alla visione singola. Il loro meccanismo è quello di spostare l’immagine dell’occhio deviato al fine di ristabilire una visione binoculare singola. Nei casi in cui la terapia prismatica non dia i risultati desiderati occorre intervenire chirurgicamente.

Tipologie di trattamenti della diplopia

Chirurgia

L’obiettivo della chirurgia è quello di rafforzare e/o indebolire l’ azione del muscolo che deve essere operato al fine di: ripristinare la visione binoculare eliminando la diplopia, correggere l’eventuale PAC e di conseguenza migliorare la qualità di vita del paziente.

Tecniche di rafforzamento muscolare:
  • plicatura
  • plicatura con avanzamento
  • resezione
  • avanzamento
  • supplenza muscolare (Jensen, Knapp)

Ad oggi le tecniche di rinforzo maggiormente utilizzate sono la plicatura, la resezione e l’avanzamento. L’intervento di strabismo di esegue accedendo ai muscoli extraoculari tramite l’incisione della congiuntiva e delle fasce circostanti (Capsula di Tenone). Dopo l’esposizione del muscolo interessato si procede al suo distacco dall’occhio con l’apposizione di punti in materiale riassorbibile. Il muscolo viene poi spostato qualche millimetro più avanti (avanzamento), accorciato (resezione) o ripiegato su se stesso (plicatura).

Tecniche di indebolimento muscolare:
  • Recessione
  • Recessione con anse
  • Miopessia retroequatoriale (faden)

La tecnica più utilizzata è quella della recessione, che consiste nello spostare indietro il muscolo di qualche millimetro per indebolirne l’azione.

Negli ultimi anni è stata introdotta la chirurgia in anestesia locale mista che, rispetto all’anestesia generale più invasiva utilizzata fino a qualche anno fa, permette un confronto diretto tra la percezione del paziente e la mano del chirurgo durante l’intervento. Questa collaborazione permette la verifica in tempo reale della gradazione millimetrica e della regolazione delle suture muscolari aggiustabili mediante anse provvisorie in quanto il paziente è in grado di essere sottoposto ad un cover test intra-operatorio al fine di verificare che gli occhi siano in asse. Questa nuova tecnica fa si che non vi siano più “sorprese” post-operatorie come eccessi e difetti di correzione che avvenivano così spesso con l’utilizzo della chirurgia in anestesia generale.

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