Cataratta: cause, sintomi e operazione
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Terapie
Lenti intraoculari per cataratta
Non esistono medicinali, integratori alimentari, esercizi o strumenti ottici in grado di prevenire o curare la cataratta. L’intervento chirurgico è attualmente l’unico metodo disponibile per rimuoverla.
Al paziente viene sempre fornita un’accurata informazione sull’intervento, al fine di fargli comprendere il contenuto del consenso informato in modo che possa affrontare con consapevole serenità l’intervento.
Attualmente la tecnologia mette a disposizione un’ampissima gamma di IOL.
Attualmente la tecnologia mette a disposizione un’ampissima gamma di lenti intraoculari ed è difficile esporre una classificazione. Dirò quello che propongo di routine ai miei pazienti. In genere ci si sofferma troppo poco sulla descrizione della “protesi “ da impiantare.
La prima cosa da chiarire è il funzionamento della lente intraoculare. In genere si chiede al paziente che tipo di refrazione (ossia di vista) gradirebbe avere, dando per scontato di impiantare una protesi monofocale, ossia in grado di far vedere al meglio ad una sola distanza.
La lente rappresentata è quella che impianto di più. E’ in materiale acrilico idrofobo, pieghevole, colorato di giallo per difendere la retina dai raggi UV dannosi. Può correggere tutti i difetti sferici (ipermetropia e miopia) ma non può correggere l’astigmatismo e la presbiopia. La qualità visiva è eccellente, anche se il paziente dovrà comunque usare una correzione per vicino e per la mezza distanza.
In alternativa, privatamente, è possibile offrire un tipo di IOL ad alta tecnologia, le IOL Toriche, in grado di correggere più difetti di vista contemporaneamente.
Le IOL TORICHE correggono MIOPIA, IPERMETROPIA associate ad ASTIGMATISMO anche ELEVATO. Ma non la presbiopia!
È una lente in grado di correggere astigmatismo associato ad ipermetropia o miopia. La procedura chirurgica è un po’ più lunga in quanto necessita di una fase di accurata preparazione. In tutte le IOL ad alta tecnologia si esegue la marcatura degli assi fondamentali 0-180°, segnando con penna dermografica a livello limbare l’asse dell’astigmatismo, per permettere in sala di posizionare correttamente il cristallino artificiale.
IOL Multifocali
Le lenti IOL multifocali sono state ideate per permettere al paziente l’ indipendenza dall’occhiale dopo l’intervento di cataratta. Di fatto ciò che si cerca di ottenere è il ripristino di una buona acuità visiva per lontano, almeno pari a quella che si otterrebbe con le comuni lenti monofocali, permettendo al contempo una sufficiente visione per vicino e per l’intermedio senza uso di lenti addizionali.
Consente un’ottima visione da lontano e da vicino senza occhiali e non risente delle diverse condizioni di illuminazione. L’incidenza di aloni o altri effetti luminosi anomali risulta ridotta.
La prevedibilità del risultato non è assoluta, nonostante la precisione dei calcoli; ciò comporta talora la necessità di una rifinitura con occhiale o con laser ad eccimeri. La mancanza di un’accettabile visione intermedia ha come conseguenza un risultato meno “naturale“ e limita molto l’indipendenza dall’occhiale in alcune comuni attività, quali computer, conversazione, lettura di spartiti musicali, pittura ecc.
Il paziente ideale svolge un’attività prevalente in larghi spazi, guida molto e svolge attività all’aperto. E’ adatto anche il paziente che ama la vita domestica con frequente lettura, piccoli lavori da vicino e televisione.
Consente l’indipendenza dall’occhiale in circa il 90% dei pazienti. La visione da lontano e intermedia sono eccellenti senza ricorrere all’occhiale.
Per i caratteri più piccoli da vicino (informazione dei medicinali, guida telefonica) è comunque spesso necessario un occhiale di circa + 1 diottria. Nei primi mesi dopo l’intervento è possibile percepire aloni o abbagliamento intorno alle luci, in particolare nella guida notturna. Dopo 6 – 12 mesi questo disagio interessa meno del 2% dei casi. Le lenti si possono classificare a seconda del materiale il quale ne determina il comportamento e la funzione. Oggi vengono utilizzate quasi soltanto lenti pieghevoli, inseribili attraverso microincisioni di circa 2 mm: questo consente di non indurre astigmatismi dovuti all’intervento.
Tecnica chirurgica per la cataratta
Anestesia
In genere si utilizza un’anestesia di superficie mediante anestetici in collirio e, durante l’intervento, l’introduzione di anestetico direttamente nell’occhio. Alcune gocce di Lidocaina o Novesina in collirio bastano a eliminare la sensibilità della superficie oculare. Al paziente è richiesto di fissare la luce del microscopio per alcuni minuti. In alcuni casi più complessi o in pazienti poco collaboranti (sordità, patologie neurologiche) si utilizza un’anestesia (indolore) intorno all’occhio mediante iniezione peri- o retro- bulbare. Dopo l’anestesia ecco alcuni tempi dell’intervento.
Queste lenti non sono visibili dopo l’intervento, perché vengono posizionate dietro l’iride nella sede naturale del cristallino e la microincisione non necessita di punti di sutura in quanto autochiudente. La lente può restare nell’occhio tutta la vita senza problemi.
Dopo l'intervento
Dopo l’intervento di cataratta è possibile dedicarsi fin da subito alle normali attività giornaliere (passeggiare, guardare la televisione e anche leggere con l’occhio controlaterale), ad eccezione di quelle più faticose. E’ però necessario evitare il contatto con sostanze esterne come lo shampoo e soprattutto non sfregare l’occhio operato. Occorre usare i colliri prescritti dal medico. Sono anche necessarie normalmente 2-3 visite post-operatorie, per controllare che il decorso della chirurgia sia normale. Infatti sia durante l’intervento che dopo, seppur raramente, possono verificarsi delle complicanze.
Complicanze intraoperatorie
Rottura della capsula posteriore: in alcuni casi, per lesioni preesistenti o come conseguenza delle manovre durante l’intervento, è possibile che la capsula posteriore del cristallino (sacco), che è una membrana di 10 micron, delicatissima e molto sottile, possa rompersi determinando una soluzione di continuo fra la parte anteriore e quella posteriore dell’occhio. La rottura di capsula è associata ad un aumentato rischio di infiammazione, distacco di retina, ipertono oculare (Glaucoma del pseudofachico). E’ in ogni caso una complicanza gestibile.
Complicanze post-operatorie
Infezione od endofalmite: è rarissima ma estremamente grave in quanto può portare a perdita irreversibile della funzione visiva. E’ necessario prevenirla con adeguato trattamento pre- e post-operatorio; quando presente, richiede una pronta eliminazione dei tessuti infetti mediante un intervento complesso costituito dall’asportazione del cristallino impiantato e del vitreo (vitrectomia).
Edema maculare: è un accumulo di liquido a livello della regione retinica più sensibile, la macula, che è quella piccola area dove si forma l’immagine distinta. E’ più frequente nei diabetici e in pazienti con problemi generali. E’ suscettibile di trattamento farmacologico e se necessario anche chirurgico.
Edema corneale: è un accumulo di liquido all’interno del tessuto corneale spesso legato ad una preesistente debolezza della cornea stessa (cornea guttata). Nei casi in cui l’edema persista per più di 2 mesi circa è ipotizzabile la sostituzione della cornea mediante trapianto.
La cataratta secondaria
Consiste nell’opacizzazione della capsula posteriore per proliferazione delle cellule residue del cristallino naturale. Si crea un velo posteriormente alla lente artificiale impiantata che induce un calo della vista progressivo. Fortunatamente si risolve senza grandi rischi mediante un intervento Laser YAG che elimina l’opacità. La durata del trattamento laser è di pochi secondi e non si verifica quasi mai la recidiva.